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I vertici di tutte le élites umane utilizzano, da sempre, la scuola e l'informazione come meri strumenti per allevare individui intercambiabili, da adibire alle varie mansioni lavorative funzionali alla convivenza civile di ogni organizzazione sociale. Gli uomini sono indirizzati, tramite attività operative e di acculturamento ad un fare affabulato e di ricerca della conoscenza scientifica che, negando il fardello dell'ignoranza ed esaltando l'antropocentrismo, privilegia gli aspetti legati allo sviluppo individuale, sociale ed economico a scapito di un rapporto consapevole e rispettoso degli equilibri e delle leggi della Natura. Questo processo di omologazione dei nuovi nati avviene grazie alla scuola intesa come strumento di controllo e condizionamento sociale, ma potrebbe essere trasformato in occasione di libero e corretto momento formativo alla sola condizione di saper distinguere tra insegnare, istruire ed educare. Solo una vera e libera autoformazione personale, guidata da buoni e pazienti maestri, potrà avviare verso una educazione integrale in grado di far emergere l'umanità inespressa di ognuno ed aprire ad una vita vissuta con responsabilità ed intensità, piena e felice, centrata sul desiderio di conoscere, su una sobria autolimitazione dei bisogni ed in armonia con la propria comunità e nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale.